Quinto appuntamento con l’intervista televisiva ai medici del team Medical Center Padova, ormai ospiti fissi del programma tv di approfondimento “TV7 Con voi, Speciale Sera” condotto da Elena Cognito e andato in onda lo scorso 12 ottobre. Oggetto dell’intervista sono le ultimissime tecniche per il miglioramento estetico. Ne parlano il Dott. Alvise Cappello, direttore sanitario del Medical Center Padova, la Dott.ssa Eva Kohlscheen, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica nonché chirurgo plastico presso il Medical Center Padova, il Prof. Franco Bassetto, direttore della Cattedra di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica presso l’Università degli Studi di Padova e consulente scientifico del Medical Center di Padova e infine il Dott. Franco Perego, professore a contratto presso la scuola di specialità di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica dell’Università degli Studi di Padova e chirurgo plastico presso il Medical Center Padova.
Il Prof. Franco Bassetto sulla differenza tra medicina estetica e chirurgia plastica
Apre la puntata il Prof. Franco Bassetto facendo chiarezza su una tematica spesso confusa e poco chiara, considerando che molti vedono la medicina estetica e la chirurgia plastica come sinonimi intercambiabili. “Fondamentalmente, la specializzazione è una sola ma la chirurgia plastica propriamente detta si pone come terapia che il SSN prende in carico per risolvere un problema morfologico, quindi una deformità o l’esito di un incidente; la chirurgia estetica, si rivolge invece a quello che è l’attuale concetto di benessere definito dall’OMS: oggi, per salute e benessere non intendiamo più la mancanza di malattia ma piuttosto il benessere psicofisico che si raggiunge nel momento in cui il corpo è sano e si ha un equilibrio psicologico tale da stare bene con sé stessi. Ecco perché c’è stato questo boom nella richiesta di chirurgia estetica. L’ultima nata è la Medicina Estetica, da non confondere con gli interventi chirurgici poiché questa include la possibilità di usare tutta una serie di prodotti, ossia farmaci non pericolosi, che possono migliorare l’aspetto, soprattutto quello cutaneo del volto. Quindi la medicina estetica si occupa di tutte queste tecniche semplici, ancillari, da studio e non da sala operatoria, che non richiedono la presenza di un anestesista”.
Un punto rilevante è la differenza culturale circa l’accettazione del cambiamento fisico: “Questa è proprio la chiave del successo della medicina estetica. Diciamo che il boom di questa branca è legato proprio al fatto che noi siamo quanto più lontani, ad esempio, dai pazienti del Nord e Sud America: lì la cultura del risultato è forte e l’accettazione delle cicatrici avviene con molta più facilità e serenità. Alcune culture, come la nostra europea, in qualche modo condannano o accettano con più difficoltà i mutamenti del fisico. Quindi, paragonando le due culture il risultato è che una paziente italiana non potrebbe mai farsi operare in un centro brasiliano con cicatrici molto evidenti e in zone non nascoste. Le nostre tecniche, invece, tengono molto presente questo aspetto per cui il successo di un intervento di chirurgia estetica si ottiene quando il paziente migliora le imperfezioni senza subire una trasformazione totale. Si tratta infatti di chirurgia conservativa cioè si modellano gli inestetismi senza stravolgere il volto, ottenendo un risultato il più naturale possibile”.
Lo stesso discorso però varia a seconda della zona trattata: “Per quanto riguarda il seno, ad esempio, questa è un’area ben diversa e ci sono interventi e interventi. Se l’intervento è volto a risolvere una gigantomastia, cioè un gigantismo mammario, questo viene fatto in ospedale a carico del SSN perché si possono verificare problematiche delicate, come quelle che gravano sulla colonna vertebrale. Quando l’intervento ha, invece, una finalità prettamente estetica, è ovvio che il SSN non può rispondere, quindi esistono interventi di aumento del seno con le protesi che per fortuna utilizzano delle vie di accesso nascoste la cui protesi viene inserita dal solco o dall’areola, insomma in un punto in cui la cicatrice non si vedrà”.
Quindi esistono diverse tipologie di intervento che variano in base alle singole necessità. Il problema che spesso riscontra un paziente tipo è come scegliere il trattamento oggettivamente più adatto a risolvere la propria problematica. A questo dilemma il Prof. Bassetto risponde così: “Quello che consiglio sempre è di rivolgersi in una prima istanza al proprio medico di base perché la scelta del professionista dev’essere mediata e consigliata dall’unico medico che non ha conflitti di interesse, che può indicare il percorso giusto, il professionista adatto e la struttura migliore. Questo perché oggi c’è sempre di più compenetrazione tra medicina estetica, chirurgia estetica e medicina e chirurgia rigenerativa; è un mondo che si sta muovendo alla velocità della luce, dove anche l’adeguamento tecnologico è rapidissimo e la scelta del professionista è fondamentale. Quindi sconsiglio di affidarsi alla pubblicità accattivante di un sito web, ma piuttosto di parlare con il proprio medico di base anche perché oggi c’è più apertura verso questa materia e se ne parla in termini di salute, perché andare dal chirurgo estetico è un atto di benessere psico-fisico”.
Il Dott. Alvise Cappello sulla scelta ragionata dei professionisti
Il Dott. Cappello si riaggancia al discorso del Prof. Bassetto circa la difficoltà nel trovare il professionista più adatto alle esigenze del paziente “Noi, come tutti i medici, ci troviamo spesso a ricevere la classica domanda ‘Dottore ho bisogno di questo trattamento, da quale professionista mi consiglia andare?’. Perciò qualche tempo fa, chiesi al Prof. Bassetto di aiutarmi a migliorare il nostro team di medicina e chirurgia estetica, al fine di avere un altro reparto di qualità e con professionisti seri e affidabili. Lui mi consigliò così la Dott.ssa Kohlsheen e il Dott. Perego che oggi fanno parte del nostro team arricchendolo di nuove tecniche e procedure veramente attuali e contemporanee. Il nostro centro dispone, inoltre, di una sala operatoria assolutamente in regola, autorizzata quindi dalla Regione Veneto. Non possiamo fare interventi che richiedono il ricovero notturno, perché questa condizione è riservata a strutture più complesse della nostra, però possiamo operare anche in anestesia generale in regime cosiddetto day-surgery, vale a dire che il paziente entra la mattina e può essere dimesso la sera stessa, tornando a casa in ottime condizioni. Tra l’altro abbiamo una equipe di anestesisti molto varia e differenziata per competenze: alcuni seguono l’area odontoiatrica, altri in maniera prevalente la parte di chirurgia e medicina estetica”.
È chiaro che le porte del Medical Center Padova sono aperte anche a chi, in una fase preliminare, voglia richiedere una semplice consulenza “La nostra struttura è pronta ad accogliere e consigliare chiunque desideri sottoporsi a questo tipo di trattamenti. Tra l’altro, stiamo organizzando proprio un open-day, verso fine novembre, dove la dottoressa Eva Kohlsheen sarà pronta a risolvere i dubbi dei potenziali pazienti e permettere un avvicinamento competente e ragionato a questa tipologia di trattamento”.
A sottolineare la polifunzionalità della struttura è la presenza anche di psicologi, un passaggio che talvolta è imprescindibile per affrontare queste tematiche delicatissime: “Il nostro studio dispone anche di questa figura. Mi è capitato in passato di consigliare a diversi pazienti un consulto psicologico prima di arrivare a un vero e proprio intervento di chirurgia plastica. Perché è importante che nasca questa relazione tra l’immagine del sé, cioè l’immagine che il nostro cervello proietta di noi, con quella che vediamo allo specchio. Questo perché quando ci rivolgiamo successivamente ai nostri colleghi, questi devono trovarsi davanti a persone che abbiano un’idea precisa di quello che possono ottenere dal trattamento, e come cambieranno i loro connotati mantenendo comunque quelle caratteristiche peculiari che fanno di quella persona un individuo unico”.
La Dott.ssa Eva Kohlsheen sulle tipologie di intervento
La Dott.ssa Eva Kohlsheen esordisce completando l’argomentazione esposta dal Dott. Cappello “Mi vorrei riagganciare a proposito della consulenza psicologica: credo ci siano dei difetti oggettivi e altri soggettivi, questi ultimi sono quelli che ogni paziente, ogni persona vive come vivibili o invivibili. Spetta anche a noi, come professionisti, dare il nostro parere su questa tipologia di indicazione chirurgica o meno. Può capitare che arrivi una bellissima ragazza con dei complessi inesistenti, per cui è proprio questo il caso in cui consiglio di fare una consulenza psicologica, un qualcosa che la aiuti a superare altri tipi di problematiche. Se invece una persona mi dice ‘ho la palpebra cadente che non mi permette di vedere bene, arrivo la sera sfinita, non riesco a tenere gli occhi aperti’ ed effettivamente il difetto c’è e si vede, è chiaro che in questo caso la consulenza psicologica non serve. Quindi spetta anche al professionista individuare la necessità che può essere sia fisica che psicologica, per raggiungere quindi un benessere psico-fisico che talvolta esula dall’unico e proprio interesse fisico”.
Anche l’avanzare dell’età, che provoca inevitabilmente modifiche fisiche e fisiologiche nella persona, può essere più o meno accettato “Anche in questo caso è una questione soggettiva: ogni paziente pone indicazioni a sé stesso. Ci sono persone che accettano senza esitazione gli anni, un naso importante, persone che non migliorerebbero alcun difetto mentre altre soffrono i segni del tempo. Noi, in quanto medici estetici, abbiamo il compito di dare non solo un benessere fisico ma anche psichico, dobbiamo cioè essere in grado di aiutare queste persone a sentirsi bene con loro stesse”.
La conduttrice entra poi nel dettaglio mostrando alla Dott.ssa Kohlsheen alcune immagini relative alla blefaroplastica superiore che vengono così commentate “Le procedure a livello del volto possono essere divise in due grandi categorie: quelle di medicina estetica, ad esempio infiltrazioni di tossina botulinica che servono come trattamento più conservativo e meno invasivo per le rughe dinamiche e non statiche (dove per ruga dinamica intendiamo quella ruga causata dalle diverse espressioni del volto), oppure le infiltrazioni di acido ialuronico, che invece ci aiutano a ridurre le rughe a livello dei due terzi inferiori del volto. Quello che mi piace del trattamento conservativo sia con filler che con botulino è la capacità di ottenere dei risultati abbastanza naturali senza esagerare ed eccedere, poi ovviamente dipende dal professionista. Nel caso della blefaroplastica superiore, parliamo di un intervento vero e proprio che possiamo mettere a cavallo tra la chirurgia funzionale ed estetica: lì dove c’è una caduta importante della palpebra ci può essere anche una riduzione del visus, ciò vuol dire che una persona vede meno nei quadranti laterali. Quindi, questo tipo di operazione è sia estetica, perché cambia la luminosità dell’occhio, che funzionale nel senso che può aiutare anche a non avere più emicranie, dolori a livello frontale, non sentire gli occhi così stanchi. Altra tipologia di operazione correttiva riguarda le orecchie a sventola, una problematica che tocca da vicino soprattutto i genitori, i primi a venire in studio a chiedere una consulenza e possibilità di intervenire quando il loro bambino presenta orecchie sporgenti. L’intervento di otoplastica permette di raggiungere miglioramenti notevoli ed è consigliabile eseguirlo verso i sette anni d’età, perché si preferisce correggere le imperfezioni prima che il bambino inizi le scuole elementari per evitare che venga preso in giro”.
Il Dott. Franco Perego sulla Medicina Rigenerativa
La medicina rigenerativa è un altro ambito molto interessante di questa branca della medicina, come spiega magistralmente il Dott. Perego: “Abbiamo nel cilindro varie soluzioni. Finora abbiamo parlato molto di alterazioni morfologiche mentre io vorrei focalizzarmi sui processi di invecchiamento dei tessuti. Perché correggere un difetto strutturale è molto complesso ma riuscire invece a spostare indietro l’orologio del tempo è qualcosa di ancora più complicato e, mai come oggi, noi specialisti abbiamo delle armi a disposizione così potenti come il connubio tra chirurgia estetica, medicina estetica e medicina-chirurgia rigenerativa. Per noi chirurghi la questione diventa ancora più interessante perché possiamo fondere sia la correzione vera e propria che la preparazione o il mantenimento di un intervento ben condotto attraverso la medicina e chirurgia rigenerativa. Più esplicitamente: una rigenerazione tissutale che per noi plastici si riassume in due tessuti, quello della cute e il tessuto adiposo. Sul tessuto adiposo troviamo fiumi di articoli, tecniche, descrizioni, perché è naturalmente più ricco di cellule staminali e una volta prelevato e iniettato, secondo i canoni giusti, ha sempre dato un buon risultato negli ultimi 20 anni. Quello che non si era capito, invece, è che si poteva fare un qualcosa di più semplice utilizzando la cute: ci siamo accorti che prelevandone dei microscopici frammenti, qualcosa che si fa in anestesia locale senza alcun tipo di dolore o problematica, e trattandoli con dei medical device congrui, è possibile ottenere in due minuti delle cellule così piccole che hanno la caratteristica di indurre la produzione di progenitori cellulari, quindi di fattori di crescita. Questi, inoculati con una banalissima iniezione intradermica ricostruiscono, riparano e rigenerano nuovi vasi sanguigni, nuove fibre elastiche, nuove fibre di collagene, dando dei risultati non solo in termini di miglioramento della cute, quindi di salute dell’organo, ma anche in termini estetici”.
Questo tipo di intervento è sempre più richiesto in era Covid, con le ormai frequenti videocall su piattaforme come Zoom, Meet, Teams, ecc. : “Esattamente, è soprattutto in video che possiamo notare imperfezioni relative all’invecchiamento. Se desideriamo migliorare i segni del tempo senza affrontare cambiamenti estremi, possiamo sfruttare questo connubio tra tecnologia, ad esempio con il laser che con il Dott. Alvise utilizziamo nel Medical Center Padova, combinato con la tecnica di rigenerazione cutanea, riusciamo in un’ora a ridare nell’arco delle successive 4/8 settimane una rigenerazione della propria cute a livello dermico ed epidermico e quindi a far sentire e vedere il paziente più giovane e disteso. Con estrema sincerità, Le confido di non aver mai visto qualcosa di così ‘magico’ ed efficace in 35 anni di carriera. Qualcosa che non cura solo l’estetica ma si affianca per esempio alla rigenerazione di un ulcera che non guarisce o di un’ustione che non è in grado di essere trattata in prima istanza con l’innesto. Quindi medicina ricostruttiva ed estetica si uniscono, ecco perché, come dice il Dott. Bassetto, abbiamo aggiunto la “r”: medicina che diventa ricostruttiva, rigenerativa ed estetica di altissima valenza”.
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Alla domanda di possibili controindicazioni o la possibilità di un decadimento dei tessuti, il Dott. Perego risponde “Non c’è alcun tipo di problema né controindicazione perché alla fine è il nostro tessuto a essere iniettato, quindi non sono previsti problemi di allergie, né reazioni di rigetto. L’unica cosa è che può aumentare un pochino il follow up, ossia portare la ripresa dalle 24 alle 48 ore. Sul decadimento invece è completamente l’opposto: qualunque tecnica che sia acido ialuronico o un altro tipo di sostanza è innegabilmente votata a decadere nei mesi successivi ma con il trattamento di medicina rigenerativa succede esattamente l’opposto: lo stimolo, associato al laser, dà una crescita continuativa nei mesi successivi che si mantiene a lungo, parliamo di 1 o 2 anni e poi si può riprendere. Quindi è un po’ come fermare l’orologio del tempo, una sorta di metamorfosi naturale che porta a vedersi meglio”.
La carrellata del classico “prima e dopo” dei trattamenti porta il Dott. Perego a soffermarsi su casi specifici: “Anche in presenza di patologie come l’alopecia androgenetica, possiamo intervenire usando la medicina rigenerativa: con un semplice prelievo del cuoio capelluto di 3 millimetri possiamo modificare e trattare questi piccolissimi frammenti di cute per poi iniettarli; quindi non è un trapianto ma semplicemente un rigenerare il cuoio capelluto, infatti il paziente in questione ha avuto un rinfoltimento meraviglioso, smettendo di perdere capelli con un solo trattamento della durata di mezz’ora. In altri casi, per avere una pelle dall’aspetto più giovane, si può utilizzare la tecnica del microneedling: con degli aghi molto sottili si prelevato 3 frammenti di pelle dietro l’orecchio che vengono disgregati per creare una soluzione di micro innesti ad alto potere rigenerativo da iniettare sottocute. Già dopo un mesetto, c’è un rifiorire della pelle, un miglioramento del colorito, della texture e compattezza. Insomma, la vastità di questi trattamenti rigenerativi è sconfinata”.
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Seguite l’intervista completa su “Tecniche nuovissime per il miglioramento estetico” e visitate il sito Medical Center Padova nella sezione Medicina Estetica per saperne di più.