Il diabete è un’epidemia silenziosa, a tal punto che il 25% degli Italiani non sa di esserne affetto. Questo significa che quando si scopre di essere malati, è oramai tardi per poter tornare indietro.
La brutta notizia è che non si può guarire dal diabete, ma la buona è che il diabete mellito di tipo 2, ovvero quello più comune, può essere largamente prevenuto. A questo scopo è importante conoscere quali sono i fattori di rischio che ci rendono più predisposti a sviluppare questo disturbo e mettere in atto una serie di precauzioni per impedirne l’avanzamento.
Che cos’è il diabete?
Il diabete mellito è una malattia cronica in cui un’alterata sensibilità all’insulina, l’ormone preposto al metabolismo degli zuccheri, porta a un innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue, ovvero a una condizione di iperglicemia. Il glucosio è la principale fonte di energia per gli organi e i muscoli del nostro corpo, tuttavia, se l’insulina non è sufficiente o non agisce efficacemente, non può essere utilizzato come carburante dalle cellule. Ciò si verifica sia nel diabete di tipo 1 che in quello di tipo 2. Ma soffermiamoci di più su questi tipi di diabete e le loro differenze.
Tipi di diabete
Diabete di tipo 1
Questa è la forma di diabete più rara e costituisce solo il 10% dei casi. È anche chiamato diabete giovanile perché si manifesta nell’infanzia o nell’adolescenza. La causa di questa malattia risiede in una concomitanza di fattori genetici (anche se non necessariamente ereditari) e ambientali, ma ad oggi non si conosce un modo per arrestarla o prevenirla. Coloro che ne soffrono sono costretti a seguire una terapia a base di insulina, somministrata tramite iniezioni, per tutta la vita.
A differenza del diabete tipo 2, sono degli anticorpi a determinare l’assenza o scarsità di insulina attaccando le cellule del pancreas deputate alla sua produzione, note anche come cellule beta. Per questo motivo il diabete tipo 1 è classificato come malattia autoimmune.
Diabete di tipo 2
Anche in questo tipo di diabete esiste una predisposizione ereditaria, ma a differenza del primo è la componente relativa al peso e al grasso corporeo a incidere maggiormente. Il diabete di tipo 2, infatti, colpisce prevalentemente i soggetti obesi o in sovrappeso.
In queste persone l’insulina che viene prodotta non riesce a coprire il fabbisogno necessario poiché il numero di cellule da alimentare è maggiore. Si verifica perciò un deficit di secrezione di insulina e il glucosio che non viene trasformato in energia rimane nel sangue esponendo i pazienti a delle gravi conseguenze.
Sebbene si tratti del tipo di diabete più diffuso (90% dei casi) è anche quello che può essere più facilmente prevenuto, attraverso dei semplici rimedi che includono un’alimentazione sana e l’attività fisica. È stato dimostrato, infatti, che anche nei soggetti predisposti il rischio di sviluppare il diabete si riduce circa del 60% se si mettono in atto queste misure preventive.
Come riconoscere la predisposizione al diabete?
Purtroppo il diabete di tipo 2 non annuncia il suo arrivo, in quanto lo sviluppo dei sintomi avviene lentamente e senza farsi notare. Per questo è importante essere consapevoli dei fattori di rischio che ci rendono più predisposti a questa malattia e agire in fase preventiva. Qui vi riportiamo la lista:
- Età > 45 anni
- Sovrappeso, specie se localizzato nell’addome
- Casi di diabete in famiglia
- Vita sedentaria
- Regime alimentare carico di zuccheri
- Appartenenza a determinati gruppi etnici (ispanici, asiatici e africani)
- Ipertensione arteriosa
- Peso alla nascita > 4 kg o < 2,5 kg
- Glicemia a digiuno alterata (110-125 mg/dl)
- Per le donne, casi di diabete gestazionale (in gravidanza) o aver partorito bambini con peso > 4 kg.
- OSAS (Apnee ostruttive del sonno)
Riguardo a quest’ultimo fattore, la scienza ha dimostrato solo di recente la correlazione fra apnee del sonno e diabete. Queste interruzioni respiratorie che si verificano mentre si dorme innescano un ciclo di reazioni nel nostro organismo che tendono ad aumentare la glicemia. Ciò significa che chi soffre di OSAS può ammalarsi più facilmente di diabete di tipo 2 e, viceversa, i malati di diabete sono più a rischio di soffrire di apnee notturne. Fra i pazienti diabetici le OSAS sono state accertate nel 71% dei casi.
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Se si riuniscono più fattori di rischio è opportuno rimanere vigili e modificare il proprio stile di vita in tempo per evitare la comparsa della malattia.
Sintomi e diagnosi del diabete
Come abbiamo già menzionato, i sintomi del diabete di tipo 2 si manifestano quando la malattia è già a uno stadio avanzato. Questi comprendono:
- Sete inusuale
- Frequenti minzioni notturne
- Sensazione di stanchezza
- Visione annebbiata
- Guarigione lenta delle ferite
- Difficoltà di concentrazione
Per comprovare la diagnosi di diabete si deve misurare la concentrazione di glucosio nel sangue, ovvero la glicemia, mediante prelievo. Se la glicemia è uguale o superiore a 126 mg/dl è probabile che si tratti di un sintomo del diabete, se i valori superano invece i 200 mg/dl la diagnosi di diabete è certa.
Le conseguenze del diabete
Se gli zuccheri si accumulano nel sangue e non vengono smaltiti nei regolari processi biologici, ciò può portare a un deterioramento di diversi organi. I rischi che si corrono quando il diabete non è trattato correttamente sono:
- Danni ai reni e necessità di dialisi
- Danni alla retina (retinopatia, cataratta, glaucoma, cecità)
- Danni al cuore (malattie cardiovascolari) e ictus
- Danni ai nervi (neuropatia) che colpiscono principalmente piedi e gambe (rischio di amputazione)
Come prevenire il diabete?
Una volta che è stata verificata la predisposizione al diabete, è fortemente necessario giocare d’anticipo e condurre una vita il più possibile sana. Ciò consiste nel mettere in pratica due principi fondamentali: una dieta bilanciata complementata da esercizio fisico regolare. Ecco le regole da seguire per ridurre notevolmente le probabilità di sviluppare questa spiacevole malattia cronica:
- Ridurre l’apporto di calorie
- Consumare più fibre
- Limitare i grassi saturi
- Evitare gli zuccheri semplici dopo i pasti
- Non fumare
- Non bere alcol in eccesso
- Controllare il proprio peso
- Eseguire controlli medici costanti
- Fare regolarmente attività motoria – Aiuta ad abbassare la pressione arteriosa e i trigliceridi e ad aumentare il colesterolo buono o HDL.
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