Presenza immancabile del Dott. Alvise Cappello, direttore sanitario del Medical Center Padova al consueto programma tv di approfondimento “TV7 Con voi, Speciale Sera” condotto da Elena Cognito. La puntata è dedicata al sonno, elemento spesso sottovalutato ma che rivela la sua importanza soprattutto nei periodi di stress e tensione, nei quali è ancor più facile non riuscire a dormire bene e minimizzare il problema perché si percepisce come secondario, ma è proprio in quei momenti che ci accorgiamo quanto la qualità della vita peggiori notevolmente.
Perché è importante il sonno e perché lo si trascura così tanto?
Se ci venisse proposta una medicina che permette di migliorare la memoria, rimanere magri, essere più brillanti, sessualmente più attivi, evitare il diabete e l’ipertensione, migliorare la memoria, essere più creativi e che ci permetta di vivere più a lungo chi non la vorrebbe? Basta dormire, non serve molto di più. L’uomo per circa 5000 anni ha vissuto sempre alla stessa maniera: svegliava all’alba e si coricava poco dopo il tramonto. Invece, negli ultimi 50 anni abbiamo perso fino a 5 ore di sonno per notte, un tempo considerevole. Ovviamente, non ci sono delle regole rigide in medicina, sappiamo che dovremmo dormire in media tra le 8 e le 10 ore per notte. Bisogna ricordare che il tempo trascorso dormendo varia con l’età, ma ciò che più conta è che la qualità del nostro riposo sia adeguata. Molti non dormono 8 ore a notte e questo è dovuto sia a un fattore culturale, in quanto il sonno viene spesso considerato una perdita di tempo, come sosteneva anche la grande premier britannica Margaret Thatcher, sia a un utilizzo improprio della camera da letto: spesso la gente si mette a lavorare sul letto, legge il giornale, sta al telefono, guarda il computer e la TV, insomma tutta una serie di cattive abitudini che eccitano il nostro cervello e ci impediscono di dormire bene, per cui al mattino ci svegliamo stanchi e spossati”.
Quali sono le fasi del sonno e cosa le caratterizza e contraddistingue?
“Il sonno è un’attività estremamente complessa che prevede quattro fasi che si ripetono quattro o cinque volte nell’arco di una notte. In particolare, durante la fase 3 e la fase REM noi siamo completamente paralizzati a letto: in questi due momenti avvengono una serie di eventi molto importanti. Durante la fase 3, contraddistinta da un’attività estremamente lenta del cervello, assistiamo a delle operazioni di pulizia, quelle che durante il giorno il nostro cervello non riesce a fare in misura adeguata perché l’attività che ha è decisamente troppo frenetica. Nella fase REM, invece, prevale la condizione onirica ed è proprio in questo stadio che il nostro cervello esamina in maniera automatica tutte le informazioni che abbiamo appreso durante la giornata al fine di eliminare quelle meno rilevanti, vale a dire che decide cosa conservare e cosa buttare via. Infatti, il famoso proverbio ‘la notte porta consiglio’ si riferisce proprio a questa fase del sonno: quante volte ci capita di svegliarci al mattino avendo trovato la soluzione a un problema che avevamo la sera prima. Non a caso, esistono studi approfonditi e straordinari che mostrano come la capacità di ricordare eventi e di analizzare i dati che abbiamo appreso il giorno prima migliori se abbiamo una notte di sonno adeguata”.
Che cosa sono i disturbi del sonno e quali sono le cause della loro comparsa?
“I disturbi del sonno possono essere sostanzialmente di due tipi: o non dormiamo abbastanza, per cui parliamo di insonnia, oppure il nostro sonno è squilibrato a causa di disturbi respiratori. Questi ultimi sono degli squilibri che si verificano proprio durante la fase 3 e REM del sonno, ossia nei momenti di massimo rilassamento muscolare in cui il nostro corpo è praticamente paralizzato e gli unici muscoli che funzionano sono quelli respiratori: come conseguenza abbiamo l’ostruzione delle vie aeree, causata dal rilassamento muscolare della lingua che, chiudendo il condotto faringeo, ostruisce il passaggio dell’aria dall’esterno sino ai nostri polmoni. A causa di questo fenomeno, la concentrazione di ossigeno nel nostro sangue si abbassa fino a quando scattano dei segnali di allarme, in seguito ai quali, inconsciamente facciamo degli sforzi e riprendiamo così a respirare. Sono proprio questi eventi, che possono accadere anche decine di volte nell’arco di una notte, a provocare il risveglio del cervello che interrompe le fasi del sonno profondo, essenziali affinché si possa essere riposati al mattino”.
Le cause delle apnee sono sconosciute, tuttavia, sono state individuate delle caratteristiche che facilitano l’ostruzione delle via aeree, come ad esempio una condizione di sovrappeso, la quale comporta un accumulo accumulo di grasso nel collo, ossia intorno alla nostra faringe, all’addome e anche alla lingua, che restringono il condotto attraverso cui passa l’aria e quindi più difficoltoso il passaggio dell’aria; altri fattori possono essere rappresentati dall’ipertrofia delle tonsille, specialmente nei bambini, e anche dalla gravidanza.
Come possiamo renderci conto di soffrire di disturbi del sonno?
“Senza dubbio il paziente si trova in una situazione molto difficile per due motivi fondamentali. In primis, non è consapevole del problema perché le apnee notturne avvengono quando il soggetto è incosciente: normalmente chi si accorge dell’ostruzione respiratoria è il compagno di letto oppure i familiari, i quali notano che il soggetto smette repentinamente di respirare per poi riprendere qualche secondo dopo con un rumore molto intenso. In secondo luogo, il disturbo del sonno è una malattia molto difficile da diagnosticare: fino agli anni ‘70 queste disfunzioni erano conosciute come Sindrome di Pickwick una condizione associata alla grave obesità. Con progredire della scienza ci si è resi conto che i disturbi respiratori del sonno non siano sempre e solo associate all’obesità ma interessino anche persone normopeso, per questo oggi si parla di apnee notturne.
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Un altro fattore che può far scattare l’allarme è la sensazione di stanchezza e spossatezza al mattino che, nei casi più gravi può portare il soggetto ad avere colpi di sonno durante la giornata, segni di irascibilità, alterazione del carattere e la necessità di urinare di notte o il calo della libido. La caratteristica di questa patologia è che è difficile da diagnosticare perché si può manifestare in moltissimi aspetti diversi”.
Quali sono gli esami diagnostici che ci possono aiutare a identificare tale problematica?
“Per capire se effettivamente il paziente soffre di apnee notturne è essenziale monitorare il suo comportamento durante il sonno con degli appositi macchinari. Lo strumento diagnostico principale è la polisonnografia che richiede il ricovero ospedaliero per studiare l’attività cerebrale con un elettroencefalogramma e l’attività respiratoria durante il sonno. Oggi la tecnologia fornisce degli strumenti molto raffinati che ci permettono di studiare il sonno delle persone finché dormono a casa loro: questi apparecchi vengono fatti indossare al paziente nel tardo pomeriggio e poi smontati al mattino. Le informazioni registrate sono poi analizzate al computer permettendo di comprendere cosa accade durante il sonno e, quindi, l’eventuale presenza di apnee.
In alcuni casi è necessario approfondire lo studio “vedendo” cosa accade durante il sonno. Si parla in questo caso di diagnostica di II livello. Questo tipo di esame si chiama Sleep Endoscopy. Si esegue portando il paziente in sala operatoria dove, dopo aver indotto il sonno con dei farmaci, si controlla il grado di profondità del sonno con dei monitor. L’otorino esperto, con una sonda a fibre ottiche, va a guarda cosa avviene nell’orofaringe, così da stabilire cosa determina il collasso delle vie aeree. Questo esame ci permette di capire quali pazienti sono facilmente trattabili con dispositivi di trattamento intraorali MAD, o invece abbiano maggiori vantaggi con la CPAP, acronimo di Continue Positive Air Pressure, ossia un compressore che tramite una maschera soffia aria nel naso e nella bocca al fine di mantenere aperte le vie aeree, oppure quando sia invece necessaria la chirurgia della lingua, dell’orofaringe o quella maxillofacciale, interventi ovviamente molto invasivi”.
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In conclusione, le apnee ostruttive del sonno sono una patologia pluridisciplinare che coinvolge tutti gli specialisti interessati per gli aspetti direttamente legati alla meccanica della respirazione: l’otorinolaringoiatra, l’odontoiatra ed lo pneumologo. Per gli aspetti indiretti che hanno effetti indiretti completano la squadra il dietologo e lo psicologo. Presso Medical Center Padova questo team di specialisti lavora assieme in modo integrato.
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